Leggiamo sul quotidiano il Tempo una lettera del giudice Rosario Priore che accusa il Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro, l’on. Giuseppe Fioroni e la quasi intera Commissione, di aver riportato affermazioni gravemente lesive sul suo operato di giudice indagante in una parte dell’inchiesta relativa al sequestro e all’assassinio di Aldo Moro.
Ecco il link a “il Tempo” per leggere l’intera lettera.
NOI NON ENTRIAMO NEL MERITO DI QUELLA VICENDA,
NON CI COMPETE.
ABBIAMO
PERÒ
SUFFICIENTI MOTIVI
PER CHIEDERE
VERITÀ E GIUSTIZIA
SULLA VICENDA USTICA.
E
CI PREME LA PRECISIONE.
Su Ustica infatti il Giudice istruttore Rosario Priore, che ha proceduto ad emettere l’ordinanza di rinvio a giudizio nel processo che ha riguardato quella vicenda, ha espresso e continua ad esprimere opinioni varie e variabili come abbiamo dimostrato.
Ecco il link dove si possono leggere le diverse versioni.
DOPO AVER PRECISATO CHE QUELLO SCRITTO DA ROSARIO PRIORE NELLA ORDINANZA DI RINVIO A GIUDIZIO E’ STATO COMPLETAMENTE SMENTITO DALLA SENTENZA DEFINITIVA DEI TRIBUNALI PENALI CHE L’HANNO VALUTATO…
Ci preme sottolineare
l’ultima parte della lettera che il giudice Rosario Priore ha inviato al quotidiano il Tempo perchè contiene un dato che riguarda anche la vicenda Ustica e lo contiene raccontando una cosa non vera: una falsità.
SI PARLA DEI DOCUMENTI ANCORA SECRETATI
Come sempre non ci limitiamo a narrare i fatti, ma riportiamo i documenti:
ECCO COSA SCRIVE ROSARIO PRIORE NELLA LETTERA INVIATA AL QUOTIDIANO “IL TEMPO” IL 15 MARZO 2018:
“…E a proposito di verità “indicibile”, da vecchio magistrato ormai in congedo sarei curioso di conoscere il contenuto della documentazione del centro-Sismi di Beirut relativa al 1980, anno cruciale della storia tribolata della nostra Repubblica.
Mi risulta che i membri della Commissione Moro abbiano potuto prendere visione di tale documentazione che ancora oggi resta non divulgabile e non accessibile a noi comuni cittadini.
Se non erro, tuttavia, la Relazione non contiene doglianze sulla permanenza di tale secretazione.”.
ECCO COSA RIPORTA IL VERBALE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUL RAPIMENTO E LA MORTE DI ALDO MORO DEL 22 FEBBRAIO 2018.
Presidente GIUSEPPE FIORONI: “… ho informato di aver inviato il 1° febbraio 2018 al Presidente del Consiglio dei Ministrai una lettera, con cui ho chiesto di valutare la possibile declassifica di tutti o alcuni dei 195 documenti relativi ai rapporti tra Italia e Medio Oriente a suo tempo messi ha disposizione dall’AISE per la consultazione da parte dei membri della Commissione.
Preciso che la nota costituisce un sollecito a rispondere, perchè la stessa questione era stata posta da me al Presidente del Consiglio con lettera del 21 dicembre 2016, tuttora in attesa di risposta”.
QUESTI SONO I FATTI DAI QUALI SI EVINCE CHE, COME SEMPRE, SI E’ INNESCATA UNA POLEMICA SUL FALSO PER NASCONDERE E ALLONTANARE ANCORA UN POCO LA VERITÀ.
L’ENNESIMO TENTATIVO DI ACCUSARE GLI ALTRI DI NON FARE, MENTRE HANNO FATTO, COSPARGERE DI FALSITÀ I FATTI E CON LA COMPLICITÀ DELLA DISINFORMAZIONE APPROFITTARE PER ERGERSI A PALADINI DELLA VERITÀ CAMUFFATA SECONDO I PROPRI INTENDIMENTI NON VOGLIAMO LASCIARLO SENZA RISPOSTA.